Di aminoacidi fantastici

Oggi vi racconto ‘sta cosa.
Io il posto dove vivo ce l’avevo nella testa da millemila anni.
Ogni volta che si andava a giocare a pallone al piazzale di Arioso – diversi chilometri più a monte rispetto a qui (liceo classico vs liceo scientifico rigorosamente) si passava per questa strada comunale. Il posto era riconoscibile e particolare per via del megavillone a monte della nostra attuale casa. Si vedeva facilmente da valle per via del bellissimo portalone di accesso in pietra che, restaurato, c’è ancora oggi a pochi metri da qui.
Era un villone bello che decadente all’epoca eh, ma fascinosissimo.
Io nella testa mia ce l’ho sempre avuto residente in qualche aminoacido di memoria.
E per quindi, quando le cose si sono poi messe come sono adesso, cioè che alla fine ci sono venuta a vivere nella declinazione per poveri di quel villone bellissimo, sono stata felicissima e ho sempre pensato che in fondo l’aminoacido non stava proprio lì a fare niente.

Ieri ho visitato il sito del comune di Potenza e ci ho trovato questo fatto qua:
Piano delle dismissioni immobiliari – Lotto 12

Io non c’ho un aminoacido solo, si vede.
Perchè ‘sto posto ce l’ho in mente da un tot. Pure a lui.

Ci sono stata da ragazzina. Avemmo, tramite l’allora Preside della scuola, l’autorizzazione dal Comune ad adoperare la struttura per trascorrerci la giornata.
Ha una sala cucina ENORME, un caminetto a maniera antica, le stanze col portico davanti e, ovviamente un bellissimo piano superiore con un loggiato fantastico. E tanto verde intorno. TANTO. Un bosco intero.
Che se ti sai orientare tra i monti, da lì arrivi dappertutto tramite strade, quasi-mulattiere meravigliose.

Io ho sempre pensato di voler vivere in un posto grande così. Con tante stanze per tutte le persone a cui voglio bene. Per viverci con i miei cuginetti, con la compagnia della tigella, con l’indotto della mia naonditudine. Per avere un posto in cui tutti si sentano benvenuti, autonomi ma in compagnia: in un posto in cui tutto quello che serve è respirare. Perchè il resto lo fanno il bosco, i falchi, l’orto (la banda larga).

Quando l’ho visto in vendita ho pensato: lo compro. Nau!
Fossero anche 20 anni di pane e cipolle per pagarlo.

Poi mi sono ricordata che adesso cerco il mare. Un bosco, al mare con la fibra ottica e tante stanze per viverci con i miei cuginetti, con la compagnia della tigella, con l’indotto della mia naonditudine. E lì il mare non c’è.
Per davvero lì sotto c’è la discarica, mi sono ricordata. Che quando ero ragazzina era appena impiantata. Poi non ci sono mai più passata per quel posto, ma so per certo che è tanto piena da non permettere con agevolezza lo sversamento dei rifiuti provenienti dalla città.
Perciò oggi quel posto ho deciso di non comprarlo. Ma è stato bello pensare di farlo.

Ho appena risparmiato 283.500,00€
Lo voglio dire ai miei aminoacidi :)
Alauràr!